Gender

La lotta contro ogni forma di discriminazione di genere e l’impegno a eliminare ogni atto di violenza contro le donne rappresentano una componente importante della fase di transizione che sta attraversando il Myanmar. Il Paese ha ratificato i maggiori trattati internazionali sulle questioni gender e si è dotato di un quadro legislativo nazionale che identifica gli obiettivi per il progresso della parità di genere e di lotta alla violenza contro le donne.

Nel 2013 il Myanmar ha adottato il National Strategic Plan for the advancement of Women – NSPAW – 2013-2022, che permette l’attuazione di importanti riforme. L’adozione della legge per la prevenzione della violenza contro le donne è attesa in tempi brevi, dopo anni di ritardo. Nonostante i progressi e il forte impegno da parte delle controparti governative, c’è ancora molto da fare da parte da parte del governo e dei suoi partner affinché ogni donna nel paese sia libera dalla discriminazione e dalla violenza.

Secondo il censimento del 2014 la popolazione totale del Myanmar è di 53,7 milioni di abitanti, di cui il 70% risiede in zone rurali, e le donne costituiscono il 52% della popolazione. Disparità di genere e discriminazione sono ancora largamente diffuse nel paese. Il livello di istruzione delle donne è più basso in ogni stato e regione; il tasso di occupazione femminile è del 50.5% contro l’85% per gli uomini. Per quanto riguarda i settori di occupazione le donne sono maggiormente impiegate in settori informali e con meno protezioni sociali e in settori vulnerabili specifici; seppur impiegate nei settori con maggiori protezioni permane comunque un divario salariale.

Ricerche sociali dimostrano il legame tra la prevalenza di stereotipi culturali discriminanti e norme sociali, che in un certo senso istituzionalizzano le diseguaglianze e la violenza di genere. Secondo il 2015-2016 Myanmar Demographics and Health Survey -MDHS il 15% delle donne tra i 15 e 49 anni ha riportato casi di violenza, il 9% ha avuto esperienza di violenza fisica negli ultimi 12 mesi. I dati della ricerca evidenziano come le donne con bassi livelli di istruzione e appartenenti alle classi più vulnerabili sono maggiormente esposte al rischio di violenza fisica.

Considerando le grandi sfide che il Myanmar sta affrontando nel suo percorso verso l’uguaglianza di genere e l’eliminazione della violenza di genere, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) è fortemente impegnata a sostenere gli sforzi del Paese. L’impegno di AICS Myanmar è declinato prevalentemente su tre fronti:

  • promuovere l’uguaglianza di genere e women empowerment;
  • combattere ogni forma di violenza di genere e assicurare un approccio gender all’interno del triplo nexus: sviluppo, emergenza e peacebuilding;
  • assicurare il gender mainstreming in tutte le attività di sviluppo e di emergenza.

Tra le principali iniziative, l’Italia finanzia e gestisce direttamente l’iniziativa GEWE che mira al miglioramento delle politiche di genere e delle condizioni delle donne e delle ragazze dello stato del Chin. Nello specifico AICS fornisce assistenza tecnica al Women’s Division of Department of Social Welfare (DSW), appartenente al Ministero Social Welfare, Resettlement and Relief attraverso i gruppi di lavoro tematici del NSPAW. In cooperazione con DSW e il dipartimento dello sviluppo rurale e organizzazioni della società civile, italiane e locali, il progetto prevede attività di sensibilizzazione per migliorare la partecipazione delle donne nelle loro comunità e piccoli aiuti finanziari per avviare attività imprenditoriali femminili nello stato del Chin.

Inoltre, il programma Women and Girls First, cofinanziato da AICS e realizzato da UNFPA, sostiene donne e ragazze vulnerabili in contesti di conflitto, assicurando l’accesso ai diritti di salute sessuale e riproduttiva e supporto integrato a donne e ragazze vittime di violenza. Seguendo il nesso tra emergenza e sviluppo, le attività sono realizzate in aree sensibili del paese come il Rakhine, Kachin e Nord Shan, con una particolare attenzione a beneficiari in campi IDPSs. Grazie all’iniziativa Women and Girls First sono stati distribuiti migliaia di kit igienico-sanitari, forniti servizi di salute mobili e istituiti Centri di supporto per le donne.