Un nuovo contributo dell’Italia di 400.000 Euro al programma Women and Girls First – Fase II, realizzato da UNFPA

Comunicato Stampa Congiunto

UNFPA Myanmar – Ambasciata d’Italia in Myanmar – AICS Yangon

Yangon, Myanmar, 27 Ottobre – L’Ambasciatrice d’Italia in Myanmar, Alessandra Schiavo e il Rappresentante per il Myanmar del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione – UNFPA, Ramanathan Balakrishnan, hanno firmato l’Accordo per un contributo di 400.000 Euro a UNFPA, per l’iniziativa Women and Girls First Programme – Phase II (2020 – 2022).

L’iniziativa permetterà a UNFPA di realizzare interventi mirati alla prevenzione e alla risposta alla violenza di genere (GBV), di assicurare l’accesso alle cure mentali e ai servizi psicosociali alle vittime di violenza, e di garantire i diritti alla salute sessuale e riproduttiva delle donne, di tutte le fasce d’età o con disabilità, a LGBTQIA e ad appartenenti a gruppi marginalizzati nelle aree di conflitto.

Grazie ad un approccio che adotta il nexus assistenza umanitaria, pace e sviluppo, il programma Women and Girls First mira a beneficiare le popolazioni degli Stati del Kachin, Rakhine, Shan, Mon, Kayin e Kayah.

La mancanza di informazioni, le limitazioni agli spostamenti e l’indebolimento dei sistemi di protezione causati dalla pandemia Covid-19, interrompono di fatto l’accesso ai servizi essenziali per la salute sessuale e riproduttiva delle donne, per l’assistenza mentale e psicosociale e per il contrasto alla violenza di genere, per donne e ragazze nelle zone di conflitto, incrementando i fattori di rischio.

“Il contributo italiano al programma Women and Girls First arriva al momento giusto – spiega Mr. Ramanathan Balakrishnan, rappresentante Paese di UNFPA Myanmar, consentendoci di assicurare continuità ai servizi e ai bisogni essenziali delle donne, delle adolescenti e delle bambine nelle aree di conflitto. Forti della nostra esperienza e delle ottime relazioni con i partner locali, investiremo per aumentare l’empowerment di donne, adolescenti e bambine, per garantire l’uguaglianza di genere e l’accesso ai servizi sanitari, sia per la salute sessuale e riproduttiva sia per l’assistenza psicologica, promuovendo anche cambiamenti normativi per prevenire la violenza di genere nelle comunità.”

UNFPA, in virtù del suo mandato, continua così ad assicurare assistenza per prevenire e rispondere alla violenza di genere, per garantire l’accesso alle cure mentali e a servizi psicosociali alle vittime di violenza e a tutelare il diritto alla salute sessuale e riproduttiva di tutte le donne, attraverso 33 Centri e Cliniche, anche itineranti, riservati alle donne negli Stati del Rakhine, Kachin, Kayah, Kayin, Mon e Shan.

“L’Italia vuole contribuire alla costruzione di un futuro migliore per tutte le donne, ragazze e bambine di questo Paese. I risultati positivi ottenuti nella sua prima fase di realizzazione, hanno reso l’iniziativa Women and Girls First un “programma simbolo” per la promozione e il miglioramento dei diritti delle donne in Myanmar. Sono onorata di sottoscrivere questo Accordo e che l’Italia lavori in questa direzione” ha affermato Alessandra Schiavo, Ambasciatrice d’Italia in Myanmar.

“L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, AICS, è perfettamente allineata all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Con questa iniziativa conferma il suo impegno per porre fine alla violenza di genere, sostenendo un approccio che privilegia l’attuazione del nexus assistenza umanitaria, pace e sviluppo e rispondendo, allo stesso tempo, all’attuale crisi sanitaria” ha dichiarato Walter Zucconi, titolare della sede AICS di Yangon, a margine della firma dell’Accordo.

L’Italia ha contribuito per un importo di 800.000 Euro alla prima fase Women and Girls First tra il 2016-2019. Il programma è finanziato da Australia, Unione Europea, Finlandia, Germania, Italia e Svezia.

Women and Girls First (Fase 2): la salute di donne e adolescenti del Myanmar prioritaria per l’Italia

È stato approvato nell’ultima riunione del Comitato Congiunto dello scorso 31 luglio, il contributo italiano di 400.000 Euro per la seconda fase del programma Women and Girls First (WGF). L’iniziativa è realizzata dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), che gestisce il relativo fondo fiduciario multi-donatori.

Obiettivo della nuova edizione del programma è quello di continuare a contribuire all’accesso universale al diritto alla salute sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze adolescenti e contrastare la violenza di genere negli stati del Rakhine, del Kachin e dello Shan del Nord.

L’iniziativa Women and Girls First è nata nel 2015 e nella prima fase ha beneficiato di contributi da parte di differenti donatori per un valore complessivo di 12 milioni di dollari L’Italia ha aderito sin da subito all’iniziativa, sostendendola con due separati finanziamenti di Euro 400.000,00 l’uno, deliberati rispettivamente nel 2015 e nel 2017.

“Women and Girls First è un programma che la Cooperazione Italiana sostiene convintamente sin dal suo avvio e che ha già raggiunto importanti risultati durante la prima fase. In particolare, lo sviluppo di procedure operative standard per la gestione dei casi di violenza di genere e il rafforzamento dei servizi di salute sessuale e riproduttiva e di supporto alle vittime di violenza  sono stati alla base della progettazione di questa nuova fase che contribuirà a migliorare ulteriormente la condizione femminile nel Paese”. Con queste parole Walter Zucconi, titolare della sede AICS di Yangon, ha accolto la notizia dell’approvazione del WGF-Fase 2.

L’iniziativa è fortemente allineata all’Agenda 2030 e in particolare agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) n. 3. “Buona salute e benessere per le persone”, n. 5. “Parità di Genere” e n. 16. “Pace e Giustizia”. Infatti, oltre a rafforzare la sostenibilità delle attività precedentemente avviate, l’iniziativa mira anche a consolidare la componente di peacebuilding nel nesso tra azione umanitaria e sviluppo, allo scopo di assicurare una risposta integrata in aree del paese teatro di un conflitto endemico. Negli Stati del Rakhine, del Kachin e dello Shan del Nord, la condizione femminile continua ad essere molto fragile per via degli elevati tassi di povertà e dei bassi livelli di scolarizzazione, ma anche in ragione della presenza di conflitti in fase di recrudescenza.  Si tratta di elementi che hanno favorito il mantenimento di stereotipi culturali sul ruolo della donna, e la relativa stigmatizzazione sociale delle vittime di violenza, facendo registrare un tasso di violenza di genere molto più alto rispetto ad altre zone del Paese.

In particolare, l’assistenza alle donne vittime di violenza nelle zone di conflitto rappresenta uno degli obiettivi specifici dell’iniziativa, attraverso il supporto ai già esistenti Centri per le donne “WGF”, la fornitura di ulteriori servizi di assistenza psicosociale e di kit igienico sanitari nei campi sfollati.

La nuova fase del programma Women and Girl First intende, inoltre, continuare a sostenere le isitituzioni pubbliche per dare piena applicazione al Piano Nazionale per lo Sviluppo della Donna (NSPAW) e all’adozione di una legge per la prevenzione della violenza sulle donne e ragazze.

In virtù dei positivi risultati ottenuti durante la prima fase, Women ad Girls First è divenuto uno dei programmi di riferimento in Myanmar per il sostegno al miglioramento della condizione femminile. Su queste solide basi, la seconda fase dell’iniziativa, che intende coinvolgere un maggior numero di beneficiari e raggiungere nuove municipalità, ha raggiunto oggi un un budget totale di 22 milioni di dollari, anche grazie all’ingresso dell’Unione Europea tra i donatori.

L’iniziativa s’inquadra nella strategia europea di risposta al COVID-19 #TeamEurope, quale intervento che vuole contribuire a mitigare gli effetti della pandemia. Women and Girls First rappresenta infatti anche un importante strumento di risposta all’emergenza sanitaria, che costituisce un ulteriore fattore di rischio e di vulnerabilità per le donne, in particolar modo nei campi sfollati, dove vi è la mancanza di strutture igienico sanitarie adeguate.